art site fest

Art Site Fest

A cura di Domenico Maria Papa | Consulenza curatoriale di Michele Bramante

Reggia di Venaria - Piazza della Repubblica, 4 Venaria Reale (Torino) | 19/9/2019 - 6/11/2019

Testo in catalogo:

I luoghi dell'alleanza tra le arti sovrane

L’importanza del contesto, in un quadro di studi sui significati dell’arte, è storicamente accertata nel passaggio tra le aspirazioni puramente estetiche o spirituali degli artisti, separate dal tempo terreno, e un’arte trasformata in prassi reale, in continuo rapporto con la contemporaneità e con questioni di ordine quotidiano e sociale. Se le prime vengono accusate di narcisismo e autoreferenzialità, quando invece gli artisti si mobilitano sul terreno dei conflitti reali l’accusa riguarda spesso la loro rinuncia a una genuina attenzione verso la bellezza. L’alternativa si colloca, quindi, in un dibattito senza vincitori né vinti, anche se la forma stessa del dibattito gioca a favore di una definizione sociale dell’arte, mentre il purismo estetico si agita nervosamente tra chi vorrebbe che i suoi valori fossero per tutti riconoscibili e chi lo incolpa, invece, di chiudersi in una esibizione di gusto elitario ed esclusivo.

C’è un modo di vedere il rapporto dell’arte con il proprio tempo che li lega indissolubilmente, facendo del significato dell’opera una forma plastica cedevole alle forze del contesto. In questa prospettiva, anche l’arte più astratta e idealistica vive un’esistenza terrena che si inscrive nella storia concreta e riscrive continuamente il proprio significato nel tessuto semantico del mondo. Mentre l’artista medita su valori atemporali – sulla rappresentazione del divino, sulla ricerca di una definizione rigorosa della sua attività, su una regola della bellezza in sé – il mondo agisce su di lui e sulle interpretazioni dei suoi fini. E’ solo, quindi, una questione di attenzione rivolta in particolare verso le situazioni concrete di produzione e ricezione dell’arte se egli sceglie di rendere espliciti i fattori esterni che influenzano la formazione di senso nelle opere. Altrimenti, pur rimanendo inespressi, questi fattori continuano a generare segretamente i loro effetti.

L’arte, dunque, ogni volta che si materializza in una creazione, incontra ineluttabilmente un contesto che la circonda e che le imprime la propria azione. Questo avviene, anzitutto, perché esistono dinamiche collettive, potenzialmente impreviste nell’atto creativo, che determinano il riconoscimento di uno status di artisticità per una particolare categoria di oggetti nell’insieme delle produzioni umane; e poi perché anche solo la collocazione fisica dell’opera, certe condizioni di luce e atmosfera, i caratteri dello spazio di destinazione e fruizione ne influenzano la lettura. Un’opera d’arte in un salotto borghese non produce lo stesso effetto di senso che avrebbe nel mezzo di una strada dove si fossero appena consumati degli scontri civili, a commento dei quali era stata magari realizzata. Di questo gli artisti sono perfettamente consci. Quando anche un oggetto semplice come un cubo in metallo viene prelevato da un interno e spostato in un paesaggio, il modo di percepire il cubo muta in conseguenza dei nuovi rapporti tra soggetto, oggetto e ambiente. L’ovvietà di questa considerazione è solo apparente, perché per constatarla serve una visione ampia sui contenuti dell’oggetto, che si estenda oltre le sue proprietà inerenti collegandolo a uno spazio vitale.

A portare il cubo all’aperto furono gli artisti minimalisti, che con questo gesto misero in crisi il modo tradizionale di contemplare l’opera d’arte sradicandola dall’artificiale stato di imperturbabilità di cui godeva all’interno di musei e gallerie. I loro colleghi di area Concettuale allargarono ancora di più il campo, cercando di mettere in chiaro le connessioni tra le esperienze dell’arte e i caratteri sociali dello spazio, per denunciare come queste relazioni fossero attive nelle fasi di organizzazione del significato tra l’opera e le sue interpretazioni. Non solo lo spazio percettivo, fisico e temporale, specifica e rende ogni volta diversa la comprensione dell’opera, ma anche la politica e le forze economiche in gioco possono interferire sul suo destino e sul modo in cui lo spettatore la giudica. Lo spazio che contiene l’opera, oltre che luogo in cui avviene l’esperienza sensoriale, diventa anche la scena dietro la quale le volontà ideologiche nascondono un esercizio di potere, che gli artisti si impegnano criticamente a smascherare.

Non sempre, però, la decostruzione e lo smascheramento, che pure conservano un potenziale rivoluzionario impugnabile quando occorre, si dimostrano le pratiche più convenienti. A meno che non si voglia assistere solo a spettacoli di smontaggio per vedere cosa si nasconde dietro ogni rappresentazione, alcune scene meriteranno di essere preservate e di rimanere sullo sfondo della vita e dell’arte perché entrambe ne traggano un aumento di colore e intensità. Per gli artisti, questo è possibile, peraltro, senza dimenticare i meccanismi politici che movimenterebbero le scene.

Art Site è una rassegna di discipline artistiche ammesse in ambienti dotati di quelle qualità che li rendono fondamentali per la cultura universale, e che, per questo motivo, acquisiscono lo status di patrimonio dell’umanità, come dichiara l’UNESCO, a cui rimandiamo per la lettura dei criteri che hanno motivato l’iscrizione delle Residenze dei Savoia nella lista delle realizzazioni umane di valore assoluto. Entrare in questi luoghi con atteggiamento dialettico sarebbe come voler sfidare il dispotismo imperialista dell’antica Roma mettendo sotto accusa il Colosseo; oppure, come smontare l’Anfiteatro per ricomporre le pietre in qualcos’altro. Le arti contemporanee – non solo visive – accedono, dunque, alle Residenze non con l’intento di destabilizzarne qualche aspetto, fosse pure di natura spaziale e architettonica, bensì di integrarsi, di lasciarsi assorbire rendendo ancora più composita e articolata l’organicità dei luoghi.

Con questo accesso uno spostamento simile a quello operato dai minimalisti si compie inevitabilmente, poiché gli antichi progetti architettonici non furono certo pensati per ospitare realizzazioni artistiche così diverse da quelle coeve. Tanto meno gli spazi hanno la stessa funzione di consacrazione dell’opera messa in atto dal museo moderno, perché, al contrario, architetture, decori e dipinti dovevano servire ad esaltare la magnificenza sovrana dei proprietari. Rispetto al museo, quindi, le Residenze storiche rappresentano già un “esterno”. La distanza temporale e funzionale tra le due civiltà artistiche opera un dislocamento incluso nella loro reciproca estraneità.
In Art Site gli artisti sono chiamati a diluire questa distanza nella ricerca della migliore armonizzazione, che deve imporsi dal momento che il rapporto tra le loro creazioni e i contenitori che le ospitano si rovescia. Sono infatti gli ambienti regali, in virtù della loro unicità storica, a ricostituire e conservare una speranza di immortalità che l’Arte Contemporanea ha volontariamente deposto. La cornice delle Residenze non ha qui lo scopo di staccare le opere dal contesto quotidiano per proiettarle nell’eternità (museificazione), ma è il valore universale delle architetture di Amedeo di Castellamonte, di Juvarra, di Guarini a dover essere esaltato e celebrato dai nuovi gesti dell’arte.

Trattandosi di contesti artificiali, per descrivere la perfetta sintonia tra arte contemporanea e dimore antiche si deve adattare il concetto di ecologia all’ambito della cultura. La presenza delle opere viene qui garantita esclusivamente dall’inviolabilità dei luoghi, trasformati in paesaggi naturali della civiltà umana. L’anarchismo dell’arte, quel suo continuo deflusso di energia capace di rivoltare i sistemi di pensiero e produrre visioni oltre la scena, si stempera nel processo di adattamento organico all’ambiente. Ma qui non si tratta di resistere a condizioni ostili, bensì di migrare all’interno di spazi che il mondo della cultura ha già riconosciuto tra i propri paesaggi ideali.

Sullo sfondo di questo processo di armonizzazione, l’incontro tra l’istinto indisciplinato delle arti contemporanee e il solenne portamento dei luoghi avviene nel punto comune in cui si realizza, per entrambi, il principio di sovranità che li muove. La sovranità è il rango di una volontà anfibia. Essa si eleva pericolosamente al di sopra di ogni legge perché, nel momento della sua origine, può dirsi totalmente libera e non sottoposta ad alcun determinismo sociale. Per altro verso, essa è anche il punto a partire da cui ogni ordinamento sociale si costituisce. La società deve catturare nel proprio seno questa libertà sovrana per controllarne la violenza e lasciarsi governare. Dalla monarchia assoluta alle forme di governo democratico, la sovranità incarna la legge nel momento in cui la volontà che le appartiene la scrive e la impone, che si tratti di una concentrazione di poteri nella persona del re o dell’autogoverno del popolo. Senza l’autorità ingiuntiva di una volontà superiore, che è ad un tempo fuori e dentro la legge, non può esistere alcun ordine terreno.

Proprio sul carattere trasgressivo dell’arte si fonda il potere sovrano con cui essa può trascendere ogni regola costituita e fantasticare nuovi modi di pensiero. Ma questa estrema indipendenza non sarà priva di effetti sulla vita concreta. L’arte non si accontenta di svincolarsi dall’ordinarietà e dalle abitudini acquisite, ma cerca di estendersi ai discorsi non artistici. L’esigenza di autonomia si unisce così all’impegno per cambiare la realtà. Sull’altro versante, tutto il complesso delle Residenze, organizzato tra Zona di comando e Corona di delizie, è una monumentale insegna, come un emblema reale, destinata a creare un’atmosfera di potenza, di ricchezza e di gusto aristocratico per la casa dei Savoia. L’affrontarsi delle due sovranità, tuttavia, non porta a un progressivo aumento di tensione e al conflitto, ma è qui condotto nel segno di un’alleanza, di un’annessione spontanea di territori che può avvenire sotto l’egida della Bellezza, perché la Bellezza, dotata di un dominio sullo spirito umano che non le viene conferito da nessuna legge terrena, regna sovrana su tutto.