28/7/2020
RENATO LEOTTA AL CASTELLO DI RIVOLI. ALBE RADENTI DEL SOLE DI PIEMONTE
Rivoli(TO) | Castello di Rivoli | 25 febbraio – 31 agosto 2020
Fino al 31 agosto, grazie a una proroga decisa con la riapertura del Museo, Renato Leotta rimarrà protagonista al Castello di Rivoli con la mostra personale che l’artista ha studiato e realizzato appositamente per la sede su invito della curatrice Marianna Vecellio. Leotta sceglie di intervenire con un’unica installazione diffusa e disseminata lungo il percorso museale, costituita da pochi elementi semplici, liberamente collocati e diluiti sensibilmente nello spazio in dialogo con l’architettura, le sue destinazioni d’uso e il paesaggio culturale.
Sole, questo il titolo dell’opera che completa l’intera mostra, ha più la forma aperta di una costellazione che quella dell’astro evocato. La luce, però, rimane l’elemento essenziale, scheggiata in riverberi che si direbbero provenienti da qualche spiraglio invisibile verso l’esterno. La percezione dell’opera non è, infatti, così immediata per il visitatore. Le fonti luminose che la compongono sono seminascoste, oppure attirano poco l’attenzione, secondo una precisa strategia che le colloca in posizione marginale, o anche subordinata rispetto alla fisionomia preesistente del Castello. Uno dei proiettori, ad esempio, illumina lo squarcio ricavato sul muro del vano scala in cui la stesura dell’intonaco è stata risparmiata per far mostra di alcuni decori architettonici sulla parete antica. Il faro alogeno che Leotta aggancia alla struttura della scala, in modo simile alle altre comuni luminarie del Museo, getta un fascio di luci spezzate tra questo riquadro e il wall painting di Lawrence Weiner nella collezione permanente del Museo.
Seppure soppesata con sensibilità pittorica tra gli elementi preesistenti, la luce calda e meccanica non può essere confusa con quella naturale filtrata dalle finestre, o con quella anodina dell’impianto di illuminazione fisso del museo. La fonte è uno dei quindici fari di automobile che Leotta ha distribuito tra le sale, mettendoli in relazione con alcuni particolari dello spazio espositivo. I fari, corpo autentico dell’opera messa a punto dall’artista, stornano l’attenzione dalla propria presenza per dare rilievo a una serie di dettagli rinvenuti sul luogo: il monogramma reale sbalzato su una piastra di ghisa, emblema storico dell’antica Residenza Sabauda; un camino in marmo policromo, pregiato manufatto che testimonia il gusto aulico e prezioso di cui si tingeva la vita dei nobili proprietari.
In rapporto al tempo più recente e all’attuale funzione museale della Residenza, Leotta sfrutta la natura ubiqua e trascorrente della materia luminosa per spargerla in pennellate spaziali sulle opere della collezione permanente. Un fascio tagliente ridisegna gli equilibri di un’installazione di Marisa Merz, colorando di giallo ambra lo spigolo in ombra di uno sgabello, su cui la lama scivola per allungare lo squarcio nella parete di fondo.
Un altro fendente alogeno vibra nel vuoto centrale del disco di Rivoli Mud Circle, opera dell’artista Richard Long, incidendo obliquamente il suo cerchio di fango. Il significato ancestrale del simbolo, in cui ruotano circolarmente materia e spirito, prevale sul ruolo “a margine” del dispositivo che lo illumina.
Nella sala di Bacco e Arianna il fanale di una Fiat Panda, oltre a marcare ancora un dettaglio dell’ex dimora reale – il pavimento juvarriano realizzato con i tre diversi marmi scelti dal grande architetto – punta verso un luogo preciso. Leotta lo ha orientato idealmente verso il quartiere Mirafiori di Torino, area di uno storico stabilimento FIAT. I quindici fanali di Sole, infatti, appartengono tutti ad automobili prodotte dalla casa automobilistica torinese. La storia evocata dall’intervento dell’artista viene così espansa dai fasti di epoca prerisorgimentale alla più recente identità industriale della Città, che ha segnato un altro momento “solare” con la grande crescita economica del dopoguerra.
“L’opera di Leotta illumina rapporti di pieni e di vuoti, di luce e buio, suggerendo una drammaticità teatrale che si tinge – afferma la curatrice della mostra – di toni ad un tempo ironici e melanconici. Oggi la FIAT ha perso il legame con il territorio per diluirsi spettacolarmente nella produzione multinazionale e globalizzata”.
Con la sostanza effimera e impalpabile della luce, nel tono sommesso di note a margine, in posizioni sempre defilate e assorte sul luccichio di ciò che lo sguardo comune trascura, il Sole di Renato Leotta possiede la straordinaria forza di rendere monumentali gli aspetti più tenui nei racconti della realtà.
Renato Leotta. Sole
a cura di Marianna Vecellio
25 febbraio – 31 agosto 2020
Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea
Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (Torino)
Info: info@castellodirivoli.org
www.castellodirivoli.org
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