11/10/2022

BRUCE NAUMAN. CORRIDOI TRA LO SPAZIO E IL SUO DOPPIO

MILANO | PIRELLI HANGARBICOCCA | 15 SETTEMBRE 2022  26 FEBBRAIO 2023

Bruce Nauman è un nome scritto nella mitologia dell’arte quanto nella storia. Le opere che realizza dagli anni Sessanta conservano l’eterna apparenza di un’arte improvvisa, appena scoperta, sia per la libertà dei mezzi, sia per l’impressione di immediatezza formale. Nauman utilizza oggetti ordinari e tecnologie di classe standard, alla portata dell’uomo comune senza particolari specializzazioni, riuscendo tuttavia a creare congegni estremamente sofisticati per l’analisi dell’arte, dell’esperienza spaziale e del pensiero. La mostra Neons Corridors Rooms da Pirelli HangarBicocca, aperta fino al 26 febbraio 2023, segue le esposizioni presso la Tate Modern di Londra e lo Stedelijk Museum di Amsterdam. A Milano, una selezione di lavori, che copre l’intero arco della carriera dell’artista, si concentra sulle installazioni percorribili dei Corridors, ma non mancano capitoli fondamentali sulla scultura postminimalista e le opere al neon.

Il percorso in HangarBicocca comincia proprio con la più celebre delle installazioni al neon, The true artist helps the world by revealing mystic truths (window or wall sign), tra le prime ad utilizzare il linguaggio come materia. Con un oggetto che ricorda un’insegna da bar, Nauman spinge il linguaggio fino alla sua rottura per mezzo di un inganno logico. La frase che dà il titolo all’opera, e che è il suo stesso contenuto, si basa su un paradosso circolare del senso della verità: secondo l’assioma abbiamo bisogno di conoscere una verità mistica per riconoscere un vero artista; ma come apprendiamo questa verità? Perché la rivela al mondo il vero artista. Il vero artista si riduce, quindi, alla dimostrazione di se stesso attraverso la verità che annuncia. Come dire “ciò che è vero è ciò che dice il vero”, con una circolarità autoriferita (attivata otticamente dalla spirale) che impedisce ogni possibilità di verifica razionale del messaggio.

L’uso delle parole richiede l’azione esterna e temporale della lettura. Il significato non è più sigillato all’interno dell’opera, ma ha bisogno dell’osservatore-lettore per completarsi. Lo stesso accade con le strutture che Nauman utilizza nelle sue performance, ricostruite in mostra per essere attraversate anche dal visitatore. Un cubo visto frontalmente è solo un quadrato. Per conoscere la sua intera forma è necessario girargli intorno. Nello stesso modo, l’esperienza del pubblico è necessaria per compiere il senso delle strutture, che mutano in rapporto alla percezione di un soggetto in movimento attorno ad esse e al loro interno. Così, due alti pannelli convergenti si trasformano in una sottile fessura non appena l’occhio, spostandosi nello spazio, passa nel punto in cui i profili dei pannelli si avvicinano senza toccarsi; oppure, le stanze aperte ai lati di un corridoio si comprendono geometricamente camminando al loro interno (un parallelepipedo e un prisma triangolare), e si illuminano al passaggio del visitatore. In Kassel Corridor: Elliptical Space l’invito ad interagire e completare la costituzione di senso diventa esplicita: i due pannelli curvi e paralleli si restringono troppo alle estremità perché una persona possa entrare lateralmente nel corridoio; Nauman colloca quindi una porta dove la cavità tra le due curve è sufficientemente larga per ospitare un corpo umano.

Mentre il pubblico si aggira in mostra costruendo spazio e senso delle opere, queste generano a loro volta una gamma di effetti che vanno dal ludico al claustrofobico. Per attraversare i corridoi spesso è necessario spostarsi di profilo e lateralmente, schiacciati tra i due pannelli e sommersi da una luce straniante. I corridoi non funzionano solo da attraversamenti, ma anche da vincoli fisici del movimento. In Double steel cage piece due gabbie disposte l’una dentro l’altra lasciano una stretta intercapedine sufficiente solo a camminare lungo il perimetro, compressi tra le reti delle gabbie, aumentando il senso di costrizione e intrappolamento. Sebbene queste installazioni non usino in modo esplicito il linguaggio, ne diventano una metafora tangibile. Anche il linguaggio impone vincoli di espressione legati alle parole conosciute e alle regole sintattiche e grammaticali.

Dal codice linguistico alla pratica nello spazio reale passa l’indagine del doppio, della simmetria e dei loro derivati. L’identità speculare, chiusa in un sistema di uguaglianze perfette, viene messa in crisi dall’interferenza dello spettatore. In One hundred live and die la stessa serie di azioni cambia significato ed effetto a seconda dell’abbinamento con la continuità della vita o con il fatalismo della morte. In Going Around the Corner Piece with Live and Taped Monitors il sistema chiuso di un doppio circuito di telecamere e monitor, simmetricamente opposto ai due lati di un muro, viene scardinato nel momento in cui il visitatore si accorge che la telecamera che lo sta riprendendo non proietta la sua immagine, lasciando vuoto lo spazio in cui si muove. La sua immagine in presa diretta è infatti traslata sul monitor dall’altra parte del muro, che lui non può vedere, mentre sullo schermo che sta guardando gira un video preregistrato.

La dislocazione spaziale altera la percezione della propria presenza anche in Corridor installation with mirror–san jose installation (double wedge corridor with mirror). Al fondo di due identici corridoi paralleli, un sistema di specchi inclinati incrocia le immagini riflesse. Chi percorre una corsia, mentre si aspetta di andare incontro alla propria figura specchiata, vede invece lo spazio del corridoio adiacente, vuoto o, in modo ancora più straniante, percorso da un’altra persona.

Anche la scultura minimalista è sottoposta alla torsione asimmetrica nell’installazione Dream passage with Four Corridors. Due ambienti in stile minimale, corredati da un tavolo, due sedie e luci al neon, si specchiano perfettamente lungo l’asse verticale, lasciando che sia la posizione del visitatore a stabilire un orientamento tra i due spazi altrimenti identici.

Bruce Nauman ha fatto del pensiero la sostanza primaria del lavoro artistico, lasciando alla parte materiale e costruttiva il compito di innescare esperienze tanto elementari quanto paradossali. Opere che gli hanno conquistato un posto nella storia, tra il postminimalismo e la nascita dell’Arte Concettuale, e che ancora oggi sollevano interrogativi sorprendenti. Con Neons Corridors Rooms l’HangarBicocca presenta ancora una volta una mostra di alto profilo, che incuriosisce il pubblico allettandolo con la partecipazione attiva, e offre casi di studio raffinati per i linguaggi dell’arte.

Bruce Nauman. Neons Corridors Rooms
A cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí
con Andrea Lissoni, Nicholas Serota, Leontine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan
Mostra organizzata da Pirelli HangarBicocca, Tate Modern, Londra e Stedelijk Museum Amsterdam

15 settembre 2022 – 26 febbraio 2023

Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2, Milano

Info +39 02 6611 1573
info@hangarbicocca.org
pirellihangarbicocca.org/mostra/bruce-nauman/


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